vólti lacerti
e siamo vólti lacerti
insicuri
anche dell’ombra
nel caso di notte
ma le valve ignare
del verso dell’onda
non temono
di farsi anche duna
coi rami franti e i sassi
e i sassi ai rami inserti
una distesa di sabbia: una duna
lì, sulla spiaggia incolta
– duna di valve, rami franti
sassi e sassi ai rami inserti
non teme Natura
un peso di giudizio
e siamo noi, gli incerti
del cosmo
fatti col sale del pavore
a gravare la sua nobile indifferenza
della nostra grandiosa inutilità
e intanto io non so
(e non lo so dire)
come trascorrano gli anni
de la terra
(a caschémo, in tèra
cofà e fòje, e su chéa tèra ea pianta
ea resta, in tèra: vèrta)
e de-cidiamo come le foglie
sulla terra, e la pianta resta
e si staglia
un brano di sole
altrove che splende
senza abbagliare, e scalda
tra le zolle bruno-soffice di questa terra
arata, La Calpestata:
è lì che vi germoglia infine un rinnovato eterno
– un virgulto d’eterno –
che è l’ala agile di un passero sorpreso
(pare minore, eppure è perfetto)
e tutto il verde che non appare
celebra
in silenzio
la festa del proprio compimento
nasceva dall’ombra
dolce
anche la nostra bellezza interiore
al buio
questo im-perfetto – era anfratto – di un bosco
dove le foglie quasi s’involavano
a cielo
– ma fermo, tutto
un campo d’autunno sottraeva all’azzurro
la chiarità della luce e vi poneva sul dorso
un incanto
d’ambra olivastra e scintille brevi d’oro brunito:
il cielo dissolto
non vi opponeva la sua divina resistenza
lì grado a grado si ergeva
nel volo sorpreso d’attesa
un canto
nero, una sommessa preghiera
protetta dalla delizia del suo prezioso manto
bisbigliavano tra loro le frasche
pudiche
soltanto, tenue
un cenno di cinguettio alludeva alla gioia tenera
del sole che non era a giorno
e neppure sera
la nebbia, coltre di silenzio e pace
imbeveva dal muschio l’antro molle
e caldo che ci custodiva
mentre il tuo respiro alato
concepiva fondando
il nostro glorioso mistero
ché tra gli altri talenti
non la lingua o l’arte taumaturga
ma il dono della profezia
sposa la terra
desiderata
al suo Nome perpetuo
congedo
(lontano, un balzo di balena al largo
nessuno lo sa, resta morto
anche il mare
ma, se lo dici, anche piano, io lo vedo
o lo posso sognare)
dell’imbarcazione che solca le onde
intuire la forma
per la luce che la riluce e la splende
e un baluginio qua e là ne tocca
qualche dettaglio
un rostro, un paranco, una cromatura
che assapora il moderno
o del legno di miele o rosso
una lucida levigatura
una modanatura
ma senza esperienza alcuna
della barca, che non esiste
eppure è viva sul mare che sta arando
con la sua schiuma l’onda che incontra
e il ritorno dell’onda se non deborda
e ha premura di porto, perché lo sa
come Ulisse lo sa
che senza approdo non si riparte
e riposa il navigante
sfama la sua parte sociale
in un illuso istante amicale
che si aggruma attorno al brodo
col pane
ma è solitario ogni viandante
(lo è il poeta in scrittura
che non si ferma: o si perde
tra i rumori rumorosi degli altri
i baccani
i pettegolezzi
i rovi dell’inutilità quotidiana
questa agitata vanità, con le spine)
tra le mani la penna, il timone
l’impronta accaldata della pelle
di chi ieri ti dormiva accanto
© Nina Nasilli

© Renzo Carnio
Nina Nasilli vive e lavora a Padova, dove si è laureata in Lettere classiche e ha avviato il laboratorio-studio “Atelier Interno 7”.
Ha pubblicato i libri di poesia: Imperfezioni moleste. E oltre (Il Prato, 2008), TRA.DIS.CO trame di disprezzo coerente e licantropo (Book Editore, 2010), Oasi criptate (con M. Gadenz e P. Garofalo, Il Foglio Letterario, 2012), Parabola d’amore (racconto in versi per il teatro, Book Editore, 2012), al buio dei nodi anfratti (Book Editore, 2016, Premio Internazionale di Poesia “Città di Marineo 2016”) e Tàşighe!, in dialetto veneto (Book Editore, 2017, 2a ed. 2018, Premio speciale del pubblico “Premio Pontedilegno” 2018, vincitore del “Premio San Vito al Tagliamento” 2018-19). Per i tipi di Book Editore è in corso di pubblicazione il volume di poesia Prossimità, la cui uscita è prevista per l’autunno 2019. Ha curato, tradotto dal latino e illustrato con 50 disegni originali il volume Dittochaeon (Doppio Nutrimento) di Aurelio Clemente Prudenzio (Biblioteca della Fondazione “Pina Giuffrè”, Book Editore 2018).
è pittrice e ha tenuto importanti mostre in Italia e all’estero.
Per la sua attività artistica e poetica ha ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui, nel 2013, il Premio ciceroniano “Città di Arpino”.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni d’arte: dalle raffinate edizioni del “Pulcinoelefante” e delle “Edizioni del Nido” ai libri artistici So che sei bella, anima mia! (Il Prato, 2008) e Uovo nudo (Book Editore, 2013), alla cartella d’arte Il cielo oggi non sta in piedi (Book Editore & Stamperia Barbato, Venezia, 2014).
Dirige per Book Editore la Collana d’arte “parolatracciaparola” e la Biblioteca del Vernacolo “foglie e radici”.