Davide ZIZZA – Un inedito

Panama

Il vecchio artigiano di Pile intreccia,

fra unghie e dita, sottilissimi fili

di toquilla per un panama grezzo

da vendere al cappellaio della città.

In quel villaggio sui muri come in costruzione

resta scoperto il rosso del mattone,

ragazzi giocano in una strada di fango

o vanno a scuola (scrivono sul quaderno,

lo zaino a far da banco),

mentre il vecchio insegna ai suoi nipoti

l’arte di consumarsi mani e torace

ripiegato sul ceppo, con un cuscino,

per dare forma al cappello.

© Inedito

© Davide Zizza

Davide Zizza è nato a Crotone nel 1976, si è laureato in Lingue e Letterature Straniere con una tesi sul Tristran di Béroul. È autore di una plaquette, Mediterraneo (2000), e di due raccolte di poesie, Dipinti & Introspettive (Rupe Mutevole, 2011) e Ruah (Edizioni Ensemble, 2016). Ha pubblicato il breve saggio La lettura e la scrittura come etiche dell’ascolto, presente nel volume collettaneo Ascolto per scrivere (Fara Editore, 2014). In Grecia sono apparsi alcuni suoi articoli su Salvatore Quasimodo, Jules Laforgue e Robert Lowell.
Le sue poesie sono state pubblicate in alcune antologie e ha articoli o note di lettura su Poetarum Silva, L’Estroverso e Patria Letteratura.

Arzachena LEPORATTI – Un inedito

esercizio di memoria

 

di tutti i solchi carnosi non avrò ricordo

non saprò quanti pori avevano le nostri pelli

sommate insieme

quanta peluria ci cresceva sopra

nonostante tutto

come erba debole

delle rughe ne conterò molte o poche

non importa

del tuo bastone forse sarò la base

il perimetro ampio che protegge dalle cadute

immaginare le parti invertite

è un bell’esercizio di memoria

quando padre e madre e persone

e case e strade battute

non saranno più

ma si conserveranno ancora

dentro le pieghe delle giornate

che saranno di altri

sopra e sotto le cose terrene

in un riparo tiepido

per i tempi che verranno

© Inedito

             © Arzachena Leporatti

Arzachena Leporatti, classe 1991, nasce a Prato, città dove vive e lavora, dopo essersi laureata in Comunicazione, Media e Giornalismo e aver ottenuto un Master in Digital Marketing.

Pubblica racconti su riviste indipendenti (Lahar, Tuffi, Colla, Inutile, Cadillac, Pastrengo) e per antologie edite fra cui The Dark Side of the Woman (Ed. Il Foglio).

Nel 2018 ha pubblicato una raccolta di poesia edita da Interno Poesia dal titolo “Anatomia di una convivenza”, che tratta uno dei  temi a lei caro, ovvero quello della quotidianità.

Propone e conduce laboratori e pratiche poetiche per bambini e fasce socialmente fragili, veicolandole attraverso la collaborazione con associazioni culturali e enti.

Michele DE VIRGILIO – Un inedito

FINESTRE APERTE

 

Confessalo, sono stati i parchi

assolati, i libri mai ascoltati

prima in cui versi immagini di te

a portarti in questi luoghi

con le finestre alte e i piccioni scolpiti che leccano

gli ampi cornicioni sporchi

di bagna càuda e topinambur.

 

Eppure, quel giorno, al posto di un tram hai visto

un peschereccio bianco perdersi

tra strepitii di gabbiani impazziti nel fuoco.

 

All’epoca non potevi sapere

che di finestre si vive

e le finestre ti salvano

e le finestre non si affacciano mai dove credi

di stare a guardare. L’hai appreso un giorno,

su una spiaggia ligure, mentre una ragazza fotografava un tuono.

I capelli che le bagnavano la fronte avevano lo stesso

sapore dei fioroni aperti e leccati da bambino

a cavalcioni sugli alberi di fico mentre il sole piano piano andava giù

fino a sparire dietro la linea azzurra che potevi toccare.

© Inedito

© Michele De Virgilio

Michele De Virgilio è nato il 24 Marzo 1988 a Molfetta (BA). Laureatosi in tecniche della riabilitazione psichiatrica presso l’Università degli Studi di Bari, nel 2010 pubblica per i tipi di Sentieri Meridiani (FG) una silloge poetica dal titolo Ho visto uomini cadere (Menz. speciale al Premio Nabokov 2011). Nello stesso anno viene citato nell’antologia A Sud del Sud dei santi edita da Lietocolle a cura di Michelangelo Zizzi.

Nel 2013 un suo racconto arriva finalista al premio John Fante.

Nel 2017 pubblica il racconto La madre rettile su Poetarum Silva. Intanto suoi contributi poetici appaiono su: Atelier Poesia; Centro Cultural Tina Modotti; Robinson di Repubblica.

Nel 2018 pubblica per i tipi di Giuliano Ladolfi (Borgomanero) una raccolta di poesie dal titolo Tutte le luci accese (Prefazione di Paolo Di Paolo). Quest’ultima viene recensita, tradotta e\o menzionata nelle seguenti sedi: Poetarum silva; Argo; Fuori Asse; Atelier Poesia; Carteggi Letterari; La Lettura del Corriere della Sera; la Repubblica di Bari; Gli Stati Generali; Interno Poesia; L’altrove Poet; Poezia; Roberto Deidier Blog; Poesia di Crocetti; l’Estroverso; Laboratori Poesia; La Poesia e lo spirito.

Alessandra CORBETTA – Un inedito

TERZA ORA

 

Non saremo mai l’armonia complice

tra violino e xilofono

 

la scuola media insegna

una collina senza pendio

non è collina.

 

Così quel verso accarezza altri capelli,

cerca un alibi migliore.

Altrove è un viso tra tanti,

la pianta di quei limoni.

Nella bella vista anch’io vorrei morire

ora

 

mentre mi guardi,

e canti e dormi e non avverti

il dolore atroce del mio passaggio

obbligato di gioventù.

© Inedito

©Alessandra Corbetta

Alessandra Corbetta è nata a Erba il 4 dicembre 1988. È dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media e, in Social Media Communication, ha conseguito anche un master; è stata responsabile Web e Social Media Director de La Casa della Poesia di Como, per la quale ha creato anche il sito http://www.lacasadellapoesiadicomo.com e con la quale ha collaborato come Content Writer e nell’organizzazione di reading ed eventi poetici, tra cui il Festival Europa in Versi.

Ha scritto per la rivista culturale Alfabeta2 e per Clandestino.

Per Flower-ed ha pubblicato la monografia poetica “L’amore non ha via” e per Silele Edizioni il romanzo “Oltre Enrico (Cronistoria di un Amore sul finale)”.

Scrive di New Media e società per il giornale online Gli Stati Generali e per il Progressoline. Per il blog Menti Sommerse dirige la rubrica poetica “I Fiordalisi” e per il blog Tanti Pensieri cura lo spazio poetico “Il pensiero di Alex”.

Ha vinto e ricevuto segnalazioni di merito a diversi concorsi poetici, tra cui, per due anni consecutivi, il premio speciale della giuria a “Ossi di seppia”.

Per Lieto Colle è uscita nel 2017 la raccolta di poesie “Essere gli altri”.

Tutta la sua attività scientifica e poetica è disponibile sul sito web http://www.alessandracorbetta.net

Mihai EMINESCU (n. 15 gennaio 1850)

Odă (în metru antic)

Portrait of Mihai Eminescu – photograph taken by Jan Tomas (1841-1912) in Prague, 1869

Nu credeam să-nvăţ a muri vrodată;
Pururi tânăr, înfăşurat în manta-mi,
Ochii mei nălţam visători la steaua
Singurătăţii.

Când deodată tu răsărişi în cale-mi,
Suferinţă tu, dureros de dulce…
Pân-în fund băui voluptatea morţii
Ne’ndurătoare.

Jalnic ard de viu chinuit ca Nessus.
Ori ca Hercul înveninat de haina-i;
Focul meu a-l stinge nu pot cu toate
Apele mării.

De-al meu propriu vis, mistuit mă vaiet,
Pe-al meu propriu rug, mă topesc în flăcări…
Pot să mai re’nviu luminos din el ca
Pasărea Phoenix?

Piară-mi ochii turburători din cale,
Vino iar în sân, nepăsare tristă;
Ca să pot muri liniştit, pe mine
Mie redă-mă!

 

ODE (in ancient meter)

 

I never thought I would learn how to die, ever.

Forever young, cloaked in my mantle,

My eyes, dreamful, were affixed to the star

Of solitude.

 

All of a sudden you rose across my way –

You, my suffering, so painful and sweet;

To its full I drank your voluptuous,

Merciless death.

 

Wretched I burn alive tortured like Nessus,

Or like Hercules by his harness poisoned –

My fire can’t be quenched by all the sweeping

Waves of the seas.

 

Woe betide, by my own dream devoured…

Consumed by flames, I wail on a pyre, my own;

Can I never rise anew, luminous

Like the Phoenix?

 

Oh, troubled eyes, from my path now vanish,

Return to my bosom, sad indifference;

So I can die in peace, my own old self

To me redeem!

(1883)

 

LA STEAUA

La steaua care-a răsărit
E-o cale-atât de lungă,
Că mii de ani i-au trebuit
Luminii să ne-ajungă.

Poate de mult s-a stins în drum
În depărtări albastre,
Iar raza ei abia acum
Luci vederii noastre,

Icoana stelei ce-a murit
Încet pe cer se suie:
Era pe când nu s-a zărit,
Azi o vedem, şi nu e.

Tot astfel când al nostru dor
Pieri în noapte-adâncă,
Lumina stinsului amor
Ne urmăreşte încă.

 

UNTO THE STAR

‘Tis such a long way to the star

Rising above our shore –

It took its light to come this far

Thousands of years and more.

 

It may have long died on its way

Into the distant blue,

And only now appears its ray

To shine for us as true.

 

We see an icon slowly rise

And climb the canopy –

It lived when yet unknown to eyes:

We see what ceased to be!

 

And so it is when yearning love

Dies in the deepest night:

Its extinct flame still glows above

And haunts us with its light.

 

(1886)

(da Eternal Longing, Impossible Love/ Eternul Dor, Imposibila Iubire, english translation by Adrian George Sahlean, Eikon, Bucarest, 2016)

Nina Cassian: “… The work accomplished by Adrian George Sahlean is undoubtedly quite a feat. He is not the first who dared to climb the ‘steps of perfection’ and, I am sure, he will not ne the last… On reading it, though, some of his ‘solutions’ seem impossible o surpass. I consider this most recenttransation of the ‘’Evening Star’ a true cultural event which should be welcomed”

Nina Cassian: “… lucrarea lui Adrian George Sahlean e fără indoială o performanţă. Nu e primul care s-a încumetat să urce menţionatele ‘trepte ale desăvârşirii’ şi – sunt sigură – nu este ultimul… Unele ‘soluţii’ pe care le-a aflat par însă, la prima lectură, de nedepăşit… Consider că această cea mai recentă traducere a “Luceafărului” merită salutată ca un adevărat act de cultură.”

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Mihai_Eminescu

Anna RUOTOLO – Un inedito

Ogni mattina da quattro anni mi sono svegliata

con pane, pianto e caffè nell’acqua.

Queste maglie stinte e le mani freddissime.

E il sogno che mi premeva nel duodeno

la domanda asprissima se esistesse almeno

una preghiera diversa per te e per tenerci calmi

meno bestie e meno urlanti in un unico cerchio di fuoco.

Amore mio, io per ogni secondo insieme aggiusterei il volano

delle esatte parole del salmo. Quella preghiera per i diseredati

gli indesiderati, i poveri stolti del cuore quali siamo.

Ma, continuando come cuccioli nella tana,

la felicità non è né di questa terra né dell’altra.

© Inedito

© Anna Ruotolo

Anna Ruotolo (1985)  ha pubblicato  “Secondi luce” (LietoColle, 2009), “Dei settantaquattro modi di chiamarti” (Raffaelli, 2012) e “Telegrammi/Telegramas”, poesie bilingue italiano/spagnolo (‘Roundmidnight edizioni, 2016). È presente in varie antologie poetiche, tra le altre si segnala “La generazione entrante. Poeti nati negli Anni Ottanta” (Ladolfi editore, 2011 – a cura di Matteo Fantuzzi e con una prefazione di Maria Grazia Calandrone) e “Lido – Poezie italiană contemporană”, antologia di poeti italiani selezionati, presentati e tradotti in rumeno da  Eliza Macadan per Editura Eikon di Bucarest.

Flaminia CRUCIANI – Un inedito

È giugno (per il decimo compleanno di Bianca)

 

È giugno

il cielo è un fossato di luce

i predatori stanchi dormono

nei campi di grano

i demoni sono innamorati.

Il brigante commosso dal gelsomino

porta in dono una tartaruga alla vecchia madre

il cadavere è ubriaco e dorme fino all’alba

la morte ha perso la falce

nei bacili d’oro delle ginestre.

È sempre giugno nei tuoi occhi verdemarrone

dove poso il senso del mio uragano

sai, anch’io mi perdo

infinitamente più di te

nelle mie spalle eremite

nei versi che tirano dadi truccati

ma tutto accade amore

e come dice la luce

la vita è imminente

e tu nasci ogni giorno

infinitamente più di me

nel tuo stelo arboreo

con coraggio cammini e ridi

nel frutteto impastato di sole

sull’Appia antica dove continuiamo a giocare

a caccia al tesoro con Babbo Natale.

Non ridimensionare il volo della tua rondine

sottraiti alle aspettative

non perdere te stessa

segui la tua vertigine.

Verrò io a visitarti a capo chino

come si entra in un bosco sacro

imparerò il sangue alato del solstizio

e m’insegnerai i canti dei tuoi nidi.

L’amore non fa domande.

Il tuo nome è una preghiera

non me ne ero mai accorta.

© Inedito

© Flaminia Cruciani

Flaminia Cruciani, nata a Roma, è dottore di ricerca in Archeologia Orientale e poetessa. Per lunghi anni è stata membro della “Missione archeologica italiana a Ebla” in Siria. Nel 2008 ha pubblicato Sorso di Notte Potabile, ed. LietoColle e nel 2015 Lapidarium, ed. Puntoacapo. Semiotica del male, edito da Campanotto, è del 2016, mentre del 2017 è Piano di evacuazione, Samuele Editore. Chora, un libro scritto a due mani con Ilaria Caffio, con la prefazione di Carlo Pasi, Spagine edizioni, Fondo Verri è uscito nel 2018. Sempre del 2018 è la sua antologia We were silent in the same language, con la prefazione di Marco Sonzogni, pubblicata da Gradiva Publications, New York. Il suo ultimo libro è Lezioni di immortalità, collana “Strade blu”, Mondadori 2018. Suoi testi poetici sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, bulgaro, coreano, mandarino, arabo e rumeno e sono presenti in diverse antologie straniere. È regolarmente invitata ai più importanti festival internazionali di poesia in tutto il mondo. Lo scorso luglio ha partecipato al 28th Medellin International Poetry Festival in Colombia. È tra i fondatori e gli ideatori del movimento culturale “Poetry and Discovery”. È membro dell’Académie Européenne des Sciences, des Arts et des Lettres di Parigi.

Valerio SUCCI – Un inedito

LimesLettere, gennaio 2019

 

Caro Valerio,

 

sarai sorpreso; mi sa proprio che non ti aspettavi una mia lettera, ma, come altri del passato, se l’hai ricevuta, vuol dire che dobbiamo parlare. Del nostro rapporto: morboso. Capisco che grazie a me hai trovato un modo per sfogarti, posto sicuro rifugiarti, podio su cui premiarti, tranquilli io e te, noi due soli, forse però, a noi due, in questo momento, conviene prendere una pausa: più che riflessione, di crescita, parlo di vita e poetica, dato che ormai ti si è svelato il trucco del tuo costrutto, ahimè, che brutto!

Non rendi conto? Basta controllare i tuoi ultimi file, dove, formichina negligente per la paura, non stai costruendo poesie mattoncino su mattoncino una struttura; ti limiti infatti a trascrivere pensieri, immagini, senza più retorica, sviluppo – insomma eviti la strofa, per timore della stessa solfa.

Se caschi continuamente nei tuoi cliché, allora ognuno per sé.                       (Per un po’…)

Quindi come andare avanti? Esperienzia, Valerio, esperienza!

Ed è doloroso, so, a me e per te, e ti toccherà pure ridurre le letture di poesia… Sai l’effetto: illuminante, scovi novità, illuminato, di scrivere persuaso, ma da oggi maggior narrativa, già, quel giusto intrattenimento senza più gusto.

 

Valerio caro,

non ti disperare, non timidare, non ti limitare

io sono sempre qui, potrai venirmi a trovare quando preferisci

ma prima impara a cavartela fra le vie del mio mondo, viaggialo,

ti perdi ancora solo dopo soli pochi passi, ammira i monumenti, i palazzi,

continua a studiare la mia architettura, per dar vitare un figlio che dura.

Freneticamente ossessionato, a tua insaputa, dalla velocità,

meglio fretta, della società, stai perdendo di vista l’obiettivo:

scalare il monte Ventoso, mica impresa da due/tre mesi scoprire chi sono

se pensi che prima di te una degna Corona, priva di terra, ha quasi abdicato;

lasciati quindi doppiare da questa massa, se andrà bene ritorneranno in massa.

 

Già fatico a starti dietro: ora è sì e ora è no

prima mi dai ragione, poi dici che ho torto… No!

zitto! basta! ascolta! Ragiona:

decidere sul tempo non ti è permesso, mica puoi vivere tutte ‘ste vite adesso!

basta! basta! Spegni quel pc, posa la bic qui: prenditi una pausa,

chiede tregua il cuore, smetti di spomparlo,

a secco ormai il succo di questo frutto,

e lascia in pace il cervello, la sintomologia si fa simbologia,

spinto al limite nell’ultimo periodo, mai possibile,

avido, non l’hai ancora ringraziato?

Valerio,

torneremo ancora felici di arrivare ultimi per primi

Ora però rischi l’arresto per sfruttamento di te stesso.

Ti aspetto, a presto.

Sempre tua,

Poesia

© Inedito

©Valerio Succi

Valerio Succi nasce nel 1998 a Lugo, in provincia di Ravenna. Ha vissuto a Bagnacavallo, fino a quando non ha iniziato a frequentare la facoltà di lettere moderne presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, città dove attualmente vive. Precedentemente ha pubblicato in due antologie: «Novecento non più – verso il Realismo terminale», La Vita felice, 2016 e «Nessun dannato orologio», SensoInverso Edizioni, 2015. Suoi scritti sono inoltre comparsi sulla rivista online «Atelier».

La sua opera in versi d’esordio si intitola «Primo», Terra D’ulivi edizioni, 2018.

Guido OLDANI – Un inedito

IL TEMPO

 

anagrafe della natura intera

il tempo tritacarne dell’umano

sostituisce le generazioni.

tinteggia con la ruggine i metalli,

sgretola i ponti avari di cemento

ma il vino rosso invece lo migliora,

produce con il tarlo segatura,

lo rinneghiamo ma ci fa paura.

© Inedito

© Guido Oldani

Guido Oldani (1947) è l’ideatore del Realismo Terminale. E’ dell’85 la raccolta Stilnostro (ed CENS), con l’introduzione di Giovanni Raboni. Seguono :  Sapone (2001 rivista Kamen), La betoniera (LietoColle 2005), Il cielo di lardo (2008 Mursia), Il Realismo Terminale (2010 Mursia), La guancia sull’asfalto (2018 Mursia), Farfalle di cemento (2018 Tranan , Svezia). E’ presente in diverse antologie, tra cui: Il pensiero dominante (2001 Garzanti), Tutto l’amore che c’è (2003 Einaudi), Almanacco dello Specchio (2008 Mondadori), Antologia di poeti contemporanei (2016 Mursia), Poesia d’oggi un’antologia italiana (2016 Elliot), Luci di posizione (2017 Mursia), Poesie italiane 2016 (2017 Elliot). Dirige la Collana di poesia Argani, ed. Mursia. Collabora ad Avvenire e Affaritaliani. E’ tradotto in inglese, svedese, tedesco, russo, arabo, rumeno, spagnolo, uzbeco. Nel 2014, al Salone del Libro di Torino, il Realismo terminale diventa movimento con il Manifesto breve (Oldani, G.Langella ed E.Salibra.)