“(…) Ho voluto accanto alcuni amici, presenti con i loro testi, nella prefazione, all’inizio delle sezioni e alla fine di quest’opera; l’interno del libro rimane appositamente senza parole poiché il silenzio della montagna e dei suoi boschi è un tacere composto dai suoni e dai rumori della natura stessa.”
Elio Scarciglia
“(…) Saremmo quasi indotti a credere di essere stanchi della complessità del nostro tempo, dei ghirigori sconfinati degli hinterland, delle province di calcestruzzi e plastiche e laminati. E proprio nessuno potrebbe darci torto. Ma non è ciò che Elio Scarciglia ci ha detto. in questi cortilli come nelle pietre squadrate dei muri, nelle rare grottesche, nell’intervallo tra radure e boschi, tra sorgenti e alvei, c’è il segno di saperi tanto ribaditi quanto quelli apparentemente lievi e lirici degli elementi. Tra aria e acqua, tra pietra e luce, senza possibilità di equivoci, ci sono erudizione, eredità e tecnica. Esattamente come nella camera oscura che le ha fatte rivivere”.
dalla prefazione di Marco Conti
(…) noi siamo a valle
sedimenti del tempo soffi di voce
i tetti vibrano appena
all’ombra di chiome rosse
(ma noi abbiamo il potere
di riscaldare l’aria con l’amore
fino a calor bianco)
e questa luce
che sommerge d’ipercromia
e il nitore di neve sulle cime
fremito d’angeli nascosti
mentre gli alberi tengono il conto dei giorni
ecco un oggi-frutto un domani-gemma
i tanti ieri-foglie cadute
(le nervature replicheranno in terra
Il loro stampo invisibile)
mentre arrossa la montagna
batte il cuore del mondo
l’aria schiumeggia nel torrente
sembra dipinta
Annamaria Ferramosca