Luca Raul MARTINI, Tra due stazioni, Terra d’ulivi Edizioni, 2018

Vecchi specchi

 

Questa sia la mia linea                      

prima dello stacco

definitivo che è già

avvenuto

e deve essere solo

ratificato dai dubbiosi

contraenti

È la libertà infatti

come tutti i patti

questa morte

il confine la riva

burocratica

che si apre tra le statue

di angeli d’asfalto

Questa è la mia Maginot

io ti dicevo

soffiando sopra

i vecchi specchi

e poi sparivo piano

nel panico di un metro

di distanza

Me lo hai insegnato tu stesso

indicandomi i disegni

di un libro di scuola

in che buche vivevano una volta

i soldati

e un po’ più avanti

mi avevi elencato

tutti gli eroi i morti

la mitologia

inutile e astrusa del Valhalla

Io ora ti ascolto

stanco in una domenica

assolata in un vecchio

ristorante

io stesso un vecchio

io come per beffa trasformato

in anziano notaio

e aspetto ancora che gli dei

o perlomeno i santi

tornino dalla toilette

del fondo sala

e che il tempo dia uno strappo

perché io possa slegarmi da te

più forte e amorevole

di quando mi tendevi la mano