Sotto i miei occhi
sotto a un velo
di lana Istanbul
libera le strade come
lievi strisce d’acqua
trasportata da ogni scatto
suono, lamento
ero la luce bruciata
l’infinito spento di una vita
adagiato nel canale come una foglia
ero il pasto del Natale dei poveri
di me mangiavo il dono della vista
bevevo bottiglie di quasi notte
pieno il petto, l’aria in pezzi
come un insetto girato di schiena
osservavo il blu
lasciavo morire il movimento
e quelle luci i bottoni
aperti nel petto oscuro
toccavo quei muri
come un volto d’uomo
dalla rapida luce che si sdraia
nella notte, adesso.
E nessuno spegnerà il declino meraviglioso.
Francesca Serragnoli (Bologna, 1972) – è laureata in Lettere Moderne e in Scienze Religiose. Ha lavorato presso il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna fino al 2007.
Ha pubblicato le raccolte “Il fianco dove appoggiare un figlio” (Bologna, 2003, nuova edizione Raffaelli, 2012) e “Il rubino del martedì” (Raffaelli, 2010).
Collabora con il Centro Studi Sara Valesio. E’ perfezionanda presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna.