“Talento riconosciuto all’età di vent’anni da Maria Luisa Spaziani, Franco Loi, Sergio Zavoli, in questo nuovo libro – opera matura cui ha lavorato per dieci anni – Isabella Leardini inscena un Canzoniere d’amore rivolto a diverse generazioni di donne e di uomini. (…)Una stagione d’aria è anche la storia della fine della giovinezza che preme per entrare in un’età nuova. Il racconto arioso e doloroso di un’Italia che fatica a cambiare e appare come un paese metafisico, o eternamente balneare, dove il ripetersi delle stagioni femminili incrocia destini diversi. Protagonista è una voce sola che accoglie le voci di altre «ragazze strane», «le ragazze del mare» archetipo nella contemporaneità di una classicità assorbita con naturale sapienza.” (Elisa Donzelli)

Sono nata a pugni chiusi
e a pugni chiusi
rimango a fare muro alle stagioni.
Vorrei poter andare via con l’aria
come i turisti che sciamano leggeri
dentro la sera ferma dell’estate.
Ma stringo sempre meno, tra i capelli
raccolgo tutta l’acqua che non piove
e quando i fuochi impazzano mi pianto
contro le linee accese dei destini
come l’ultimo boato senza luce.
*
Prima o poi l’estate
smetterà coi suoi rumori dentro e fuori
e non ci sarà più la stessa sera
che appende mille volte le braccia
al vuoto dei balconi.
Quando il mio viso smetterà di sfarsi
come qualcosa che soffre al sole
e di puntare al tempo senza pace
non sarà solo un panico dell’aria.
La voce che mi taglia il fiato
se ne andrà con il tuo volto in un respiro
e ci saranno giorni, anzi giornate
intere come piante ancora vive.
*
Lasciamo l’infanzia e il suo brillare
quando le scorribande della vita
si fermano aggrappate sulla fronte
a splendere di più contro la luce.
Quando il buio viene uguale, senza scosse
la vacanza è un gioco breve di abbandoni
non uno stato, una stagione d’aria.
È il teatro di presagi dei bambini
quel dondolare i piedi ad aspettare
l’istante esatto in cui la sera arriva.
*
Tutte le lacrime sono una preghiera
che prima o poi si posa.
Dormono sotto le chiavi
i nostri documenti stretti insieme
con la fede di un’unica graffetta.
Così un portiere d’albergo
senza neanche saperlo ci sposa
quando dice a voce alta i nostri nomi
finalmente uno accanto all’altro.
*
Come è difficile per me e per te
lasciare andare via la giovinezza,
non ci riusciamo a romperla in un colpo
è la fatica di ogni cosa che muore.
Le nostre prove infinite di volo
posati accanto come bambini
che aprono gli occhi dentro piccoli addii.
Non è arrivata ancora una stagione
che non ci abbia colti di sorpresa.

© Giulio Malfer
Isabella Leardini è nata a Rimini nel 1978. Nel 2002 ha vinto la sezione inediti del Premio Montale con i testi in seguito pubblicati nel libro La coinquilina scalza, uscito nella collana «Niebo» curata da Milo De Angelis (La Vita Felice, 20044), tradotto poi in Spagna (Ediciones de la Isla de Siltolá, 2017) con la cura di Juan Carlos Reche. Diverse sono le antologie, in Italia e all’estero, in cui compaiono sue poesie, tra cui Les Poètes de la Méditerranée (Gallimard, 2010) e Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Direttrice artistica del festival Parco Poesia, con l’artista Giovanni Turria cura le collezioni di poesia e grafica d’arte Print & Poetry. Si occupa di laboratori di scrittura poetica dedicati agli adolescenti. Nel 2018 ha pubblicato con Mondadori il libro “Domare il drago. Laboratorio di poesia per dare forma alle emozioni”.