Davide CUORVO – Tre poesie

Un grammo di silenzio

C’è un pianoforte tra i rami impigliato.
Riecco il bianco del fiume,
sbocciato da poche lagune e qualche
grammo di silenzio.
Ah se fosse una difesa questo ardire
del mio sangue!
Farei testamento delle lacrime,
comprenderei il moto longilineo delle onde,
la brezza nel disgelo, il bianco e nero
dei coralli. Alla finestra dirimpetto
cesserei anche il resto di ogni ora,
E non infrangerei gli scogli. Nemmeno a
luna spenta oserei impedire la marea.
Che è inverno e non odo gli alberi ad urlare.
Se ne stanno cheti tra gli scorci di un pontile,
nelle foglie inzzuppate di salsedine.
E se pure prospere le ore a ricamarsi
un altro sguardo, so per certo che anche
i muri cederanno, nella schiena del torrente.
Le vetrate fanno presto
a schiudersi alla pioggia.
E nel sapore di fogliame, si fa sera.

 

Velo in bianco e nero

(Non sai che un fiore incolto
non veste colore al mattino)
L’inoltrata sera assale un lampione;
la panchina immobile mi scruta
lungo il viale. C’è un’ombra nell’ombra, irrequieta
come può sostare una foglia oltre la nube;
tace solo l’inverno. Silenzio in attesa,
una lontana parola che opprime:
(imparavamo assieme e qui mi perdo)
Il disagio presagiva inadeguato e invece.
Adagio, sussurravano le foglie ad una legge permanente.
(Non conosco la solitudine)
Sparve oltre la città come a ridestare
un brivido. Un sentiero carezzava la brezza,
viziata, ai lasciti di un marciapiede.
(Il ponte non portava a te, né il cuore)
Mi nascosi dietro un vento mansueto.

 

Come fossile in un prato

Tu non conosci i miei profili,
le case travolte dalla nebbia,
gli approdi scordati dai tramonti.
Sono cenere tra le fondamenta
                                                dei miei pianti
Non accondiscendo all’autunno,
né ortica diverranno i rintocchi di campane.
Ho fragili anche i miei ossequi
fra le dita
Sulla rena che lambisce il mare
tremano gli uccelli,
sfiorando i tuoi dolori, a freddo
nella sera
Non affiorano gli stralci che intaglia
la pioggia. In fondo, rare volte si è
attanagliato il cuore alla legge forata
nella pietra
M’appoggio ai crepacci della notte.
Sarò fossile nel tuo prato.

(testi tratti dalla raccolta “La Misura del Silenzio” Manni Editori, 2017)

 

 

Davide Cuorvo è nato nel 1992 a Pompei, vive però in provincia di Avellino. Ha studiato nelle università di Pisa e di Napoli, è attore, scrittore e direttore artistico della associazione culturale Logopea. È fondatore del Premio Nazionale di Poesia e Narrativa Città di Conza della Campania. Vincitore del prestigioso Premio Aoros, ha uno stile di grande intensità lirica, che si inserisce con forza nel contesto della nuova poesia italiana. Ha pubblicato per i tipi di Manni Editori la silloge “La Misura del silenzio”.

Fabrizio DALL’AGLIO – Un inedito

Il volo di Icaro

 

Voi non sapete cosa sia il sole

né l’aria che gli spinge la quadriga

né il fuoco che ne infiamma le narici

ai cavalli di Apollo, non sapete

che il cielo si spalanca su una sfera

dove la notte e il giorno si dileguano

e il tempo si racchiude in un istante

che non comincia e che non può finire.

Io lo conobbi nel mio solo volo,

quando sentii sciogliersi la cera

alle mie ali, e sentii che il vento

mi ruggiva alle spalle un freddo fuoco

e vidi il mare levarsi all’orizzonte

con un’unica onda, la suprema

che mi raccolse infine tra le spire.

Voi non sapete quale immensa gioia

fu il volo senza ali che concluse

il mio tragitto. No, non ci fu caduta,

salivo con il mare in cima al carro

e fui nel fuoco che ci dà la vita.

© Inedito

Fabrizio Dall’Aglio è nato a Reggio Emilia nel 1955. Tra le sue raccolte ricordiamo Quaderno per Caterina (1984), Versi del fronte immaginario (1987), La strage e altre poesie (2004), Hic et nunc – con una prefazione di Mario Luzi  (1999) – premio Montale e premio Ceppo Proposte, L’altra luna (2006) e Colori e altri colori (2014) – premio Camaiore. I suoi libri sono stati tradotti e pubblicati in Spagna, Slovenia, e Romania. Attualmente è in corso di pubblicazione la raccolta Selected Poems, nella traduzione di Alessandro Gentili e Thomas MacCarthy, per Edizioni Gradiva di New York.

Vincenzo GUARRACINO – Tre poesie

Nel solstizio d’estate

ad Angelo e Rosella Maugeri

 

Si potrebbero leggere le radici

i movimenti ansiosi che

si disegnano

quando è assente il pensiero

 

ma la vita non è assente col tempo

ed è pensiero di

radici

e per sempre ha radici

senza ansie

 

col sole poi l’anno in

questo canto di stazioni

cresciute

non si scorda

o il sì esatto di ogni minuto

 

l’amore è un vino che

migliora

 

(21 giugno 1980)

 

 I.

 

Quieti laghi, lucciole

sfarinate sulle gote come baci

reticenti di dolcezze,

che la sete sollecita al solstizio,

per l’erta degli orti appari

nell’ipostasi del nuoto, vuota,

ampolla desiata, di rossori

 

VI.

 

e i corpi si rifugiano nell’ombra

con gelido senso minerale

ma è vasta la casa che il vento

alimenta

e forse la voce si inceppa

e l’atleta attraversa d’un balzo

la piazza

ed è già morto –

 

resta in fondo la stanza

che conduce a libertà

irta di insopportabili timori

come una luna avvolta d’acqua

 

e così si tendono le reti

molti vetri si spezzano

e le terre sentono la lotta

nel loro vuoto

 

Tratte da “Dieci inverni”, Book Editore (1990)

 

Vincenzo GUARRACINO, poeta, critico letterario e d’arte, traduttore, è nato a Ceraso (SA) nel 1948 e vive a Como.

Ha pubblicato, in poesia, le raccolte Gli gnomi del verso (1979), Dieci inverni (1989), Grilli e spilli (1998), Una visione elementare (2005); Nel nome del Padre (2008); Ballate di attese e di nulla (2010).

Per la saggistica, ha pubblicato Guida alla lettura di Verga (1986), Guida alla lettura di Leopardi (1987 e 1998) e le edizioni critiche di opere di Giovanni Verga (I Malavoglia, 1989, Mastro-don Gesualdo, 1990, Novelle, 1991) e di Giacomo Leopardi (Diario del primo amore e altre prose autobiografiche, 1998).

Oltre ciò, l’edizione dell’autografo comasco dell’Appressamento della morte (1993 e 1998), e l’antologia Giacomo Leopardi. Canti e Pensieri, 2005.

Ha inoltre curato il carteggio Leopardi-Ranieri (Addio, anima mia, 2003), il romanzo di Antonio Ranieri, Ginevra o l’orfana della Nunziata (2006), le novelle milanesi di Verga Per le vie, 2008, Libro delle preghiere muliebri di Vittorio Imbriani (2009) e Amori di Carlo Dossi (2010).

Ha curato le traduzioni dei Lirici greci (1991 e 2009), dei Poeti latini (1993), dei Carmi di Catullo (1986 e 2005), dei Versi aurei di Pitagora (1988 e 2005), dei versi latini di A.Rimbaud, Tu vates eris (1988), dei Canti Spirituali di Ildegarda di Bingen (1996), del Poema sulla Natura di Parmenide (2006) e l’antologia Poeti Latini cristiani dei primi secoli (2017).

Vince FASCIANI – Due poesie

c’è una fila di tombe

la neve è molle di ricordi

perché il bianco è la norma

 

il luogo è stato pavimentato

per farne una stazione di servizio

non sembrano volersene scusare

 

queste cose senza colore

sono forgiate nella paura

 

se menziono tanti dettagli

è perché vedo sullo sfondo

il profilo di una piramide bianca

 

***

 

uno specchio in cortile

la neve di un tempo

la fuga di un bambino

 

non è con voi che è imbronciato

è con il vetro della finestra

sempre lo stesso

 

a seconda di dove è situato

lancia un’occhiata

i ricordi appesi gli uni e gli altri

in un sogno immutabile

e riordina i mostri

nel petto ardente

 

da  Un ange passe (2002) – Trad. Mia LECOMTE

 

 

          © Vince Fasciani

Vince Fasciani è nato nel 1950 a Brig/Glis, in Svizzera, da padre abruzzese e madre svizzera-tedesca. Autodidatta, ha iniziato nel 1977 la sua attività letteraria vera e propria, dedicandosi sopratutto alla poesia e intrecciando varie e importanti collaborazioni internazionali, in particolare a Parigi (poeti surrealisti e fonetici, fra cui soprattutto Ghérasim Luca) e a Praga (pittori e poeti surrealisti, tra i quali Jan Svankmajer, Vratislav Effenberger, Karol Baron, etc.). Autore in italiano e francese, nell’aprile 1983 pubblica a Ginevra il suo primo volume di poesie e varia dal titolo Saisons métisses (Olizane). A partire dal 1984 parteciperà a numerose letture pubbliche, in particolare in Svizzera, Italia, Francia, Colombia e Nicaragua. Ha fatto parte, dall’84 all’87, della cooperativa editrice Aelia Laelia e ha tradotto il Manuale di autodistruzione di Carlo Bordini (Manuel d’autodistruction, Metropolis 1995). Tra le ultime pubblicazioni poetiche si ricordano: in italiano Diario ordinario (Campanotto, 2007); in francese Trousse poétique de secours (l’Age d’Homme, 2013) e J’ai oublié mon âme au pressing (l’Age d’Homme, 2019). È incluso nell’antologia Cento anni di poesia nella svizzera italiana (a cura di P.V Mengaldo, R. Martinoni e G. Bonalumi, edizioni Armando Dadò, 1997) con una una nota critica di Pier Vincenzo Mengaldo. Nel 2014 Valerie Bierens de Haan gli ha dedicato Vince Fasciani: poète de sa vie, raccolta di interviste sul suo percorso biografico e letterario (l’Age d’Homme). Vive a Ginevra, dove lavora ugualmente per l’associazione umanitaria Carrefour rue (https://www.carrefour-rue.ch/).

Giacomo PICCHI – Due inediti

La grandezza non conta

nell’algebra delle dimensioni.

 

Un granello accanto a un atomo

rallenta nell’introspezione

pendula vertigine scrosciante

traghetta colline di possesso

sconfinando tra lunghissimi passi

di fine sepoltura rotta

nei fossi segnati dal maggio

disteso nel suo eccesso.

 

Ticchettare è la passione

una goccia di sudore

una borsa ritagliata

a dipingere vetrine.

 

*

 

Sopra tavole di legno scartato

le tue orbite nel grembo

sono dolore modesto

nel vorticoso scorrere

di fardelli d’attenzione.

 

Gli angeli ti guardano arrembati

alla maiolica laccata – è uno specchio

che gronda gli interrogativi

una gocciola per volta.

 

Così è leggera questa spremitura

di creta sugli scudi

che un granello di polvere la crepa

se non lo devia

un caldo soffio di fiducia.

 

Ogni dubbio è un bruscolo

che volteggia nella luce

la vita è respirarne una manciata

mentre non ti accorgi

che anche la polvere

è solo aria macinata.

© Inediti

Giacomo Picchi è nato nel 1987 a Figline Valdarno (Firenze) e vive a Pavia.

Si è laureato in Scienze Politiche presso la Facoltà Cesare Alfieri dell’Università di Firenze.

I suoi versi sono già stati pubblicati su riviste online e cartacee.

Eliza MACADAN – Tre inediti

mi metto a nudo

davanti alla Parola

così come lei mi ha fatta

mischiata tra maschere

veneziane che cercano

di liberarsi nell’orgia fissa

dell’anno

nuda aspetto la luce

nel buio per tornare

nel primo giardino

controllo bene

le serrature chiudo

e appendo la chiave

alla frequenza che guarisce

la catena di questo corpo

mi metto nuda e la Parola

basta a se stessa

 

***

 

la neve su in cima

alla montagna sparge tanfo

di sacro il ciliegio fiorito

bianco e timido per questa

ennesima nascita

una faccina sotto la foto

mi parla della tua

tristezza felice

e io annoto ogni battito

di ali nella stanza stanca

del cuore segreti non ci sono

più siamo nudi come siamo

arrivati eppure togliamo

uno a uno peccati passati

una mano tesa apre

le porte dell’Impero

mentre mangiamo pesci moltiplicati

da cinesi senza memoria

so che non solo di pane si vive

sai che prego lo spirito

che ci mandi la nuvola

sulle mani e l’ombra scende

di notte dal labirinto stellato

la finestra guarda un cielo

aperto dove nessuno

vuole entrare

mi metto in moto e vado

con sessanta minuti all’ora

verso la solitudine di domani

 

***

 

aprile è feroce

questa volta

non si trovano

mughetti a parigi

anche se mi capita

di passare di notte

vicino al ponte des invalides

per girovagare

in viuzze addormentate

che sobbalzano

a ogni paio di tacchi a spillo

giro la testa come una donna

biblica

ma nessuno punisce

la città non ancora

ci sono tanti sogni mischiati

a ideali che bastano da soli

per ridurre in cenere

un pianeta oh gente

malvagia che prendi aerei

per andare a vedere piangere

un’icona lascia cadere una lacrima

nel santuario vicino casa tua

ci sono mughetti a parigi

ma piangono di nascosto

© Inediti

Eliza Macadan (n. 1967) vive a Bucarest e scrive in romeno, francese e soprattutto in italiano. Le sue raccolte di poesia hanno ricevuto vari riconoscimenti in Romania, Francia e Italia (Premio Léon Gabriel Gros 2014 per “Au Nord de la Parole” e “Anestesia delle nevi” finalista dei premi Camaiore e Fabriano 2015 sono i più recenti). Le raccolte italiane sono: “Frammenti di spazio austero” (2001, 2018), “Paradiso riassunto” (2012), “Il cane borghese” (2013), “Anestesia delle nevi” (2015), “Passi passati” (2016), “Pioggia lontano” (2017), “Zamalek, solo andata” (2018).

Patrick Williamson – Due poesie

Luce dispersa

Cadono granelli nella luce

a raccogliersi sull’orlo del tappeto,

 

barattiamo con raggi di sole

dispersi nel crepuscolo,

 

siamo in moto perpetuo,

spargiti, effondi, guizza, e

 

curva una spazzola in ogni angolo,

raccogli il caos, prova a fermare

 

ciò che ci scrolliamo nell’ombra,

siamo strofinacci arrotolati

 

stelle sfarfallanti nell’ombra

cancellate da un chiudersi d’imposte

 

Light scattering

 

Motes in the sunlight fall

to clusters on carpet skirts,

 

let us barter with rays of sun

scattered in the twilight,

 

we are in perpetual movement,

exhale, swirl, disperse, and

 

curve a brush into each corner,

collect the hubbub, try to pin

 

down all we shed in the dusk,

we are dusters that furl,

 

flickering stars in the dusk
that vanish as the shutters close.

 

Il profondo

 

Il mare è una grande bocca, divora

la nostra ultima vulnerabilità,

 

scossi come in un globo di neve,

un mondo in un occhio, in quel momento

 

divento sale

e giaccio sulle ferite della terra

 

e lei trema di rabbia

 

devo risolvere ancora una cosa

prima di andarmene

 

sotto il globo di luce ombra

 

non siamo mai giunti a una svolta

nella vita, mai abbiamo capito

 

muti, a bocca aperta,

ci siamo seppelliti nella sabbia.

 

The depths

 

The sea is a great mouth eating

our final helplessness,

 

shaken as in a snow globe,

a world in eye, in that moment

 

I become salt

and lie on the wounds of the earth

 

and it shivers with rage,

 

I have one thing left to solve

before I go

 

under the globe of light-shade

 

we never turned a corner

in our lives, never knew better,

 

soundless, open-mouthed,

we buried ourselves in sand.

 

Patrick Williamson abita vicino a Parigi. Poeta e traduttore letterario, ha pubblicato una dozzina di opere. Le sue ultime raccolte sono Traversi (inglese-italiano, Samuele Editore, 2018), Beneficato (Samuele Editore, 2015), Tiens ta langue/Hold your tongue (Harmattan, 2014), Gifted (Corrupt Press, 2014), e Nel Santuario (Samuele Editore, 2013; Menzione speciale della Giuria della XV Concorso Guido Gozzano, 2014). Ha curato e tradotto The Parley Tree, An Anthology of Poets from French-speaking Africa and the Arab World (Arc Publications, 2012), e ha tradotto fra gli altri Tahar Bekri, Gilles Cyr, Guido Cupani and Erri de Luca. È membro fondatore dell’agenzia transnazionale Linguafranca.

Traduzione: Guido Cupani

Lucianna ARGENTINO – Un inedito

(monologo di lui)

Ho imparato dalla pazienza dei cani a non avere lungimiranza, a stare nella forma della foglia – attimo dell’albero – dissipate le mie foglie in nidi, in pozze d’acqua o lungo i marciapiedi di strade percorse con la visione cieca di un mondo riflesso sulla retina nuda del mio cuore. Infinito il suo coefficiente di assorbimento quando il cuore di lei si stende sul mio e il tempo proclama la sua resa all’eternità dei nostri corpi – luce fatta materia.  Ho giocato a mosca cieca con la vita, ho cozzato come un insetto contro il vetro di giorni opachi e nelle mie cicatrici è fiorita una bellezza ferita che ho donato a lei quando è tornata ad abitare le mie stanze percosse dai venti, eccitate dall’odore della salsedine che spira dai miei polmoni. E lei ha cambiato il colore del mio sangue, di noi ha fatto il quotidiano da santificare, la festa nel tempo ordinario che separa e libera il nostro fare dalla compiutezza. Lo lascia a un suo felice incompiuto essere.

© Inedito

          © Lucianna Argentino

Lucianna Argentino è nata a Roma. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991), “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle Noci; “Mutamento” (Fermenti Editrice,1999) con la prefazione di Mariella Bettarini e postfazione di Plinio Perilli; “Verso Penuel “ (Edizioni dell’Oleandro, 2003), con la prefazione di Dante Maffia; “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi;  “L’ospite indocile” (Passigli, 2012) con una nota di Anna Maria Farabbi; il poemetto “Abele” Ed. Progetto Cultura, Le gemme 2015) con la prefazione di Alessandro Zaccuri; “Le stanze inquiete” ( Edizioni La Vita Felice”, 2016); “L’ombra dell’attesa” (Macabor editore, 2018) con la prefazione di Elio Grasso, ristampa revisionata del libro “Verso Penuel”. Nel 2009 ha pubblicato la plaquette “Favola” (Lietocolle), con acquerelli di Marco Sebastiani. Dal 2014 collabora con Acquelibere Ensemble con lo spettacolo “Almanacco indocile”.

 

Michela ZANARELLA – Un inedito

Mi innamoro ogni giorno

 

Mi innamoro ogni giorno

ad alta voce della vita

e difendo con le unghie il cielo

perché mi ha chiamato a te

come se tu fossi la fiamma di luce

del mio tempo.

Nel mio corpo esistono i riflessi

di un sole antico

ricalcato a fuoco nell’anima

è soltanto tuo il cuore

e di nessun altro

ti ho nel sangue come la sacralità

del fiato

che mi consente di cantarti il silenzio

e la dimensione di essere metà

di un sogno che passa nelle mani di Dio.

© Inedito

               © Michela Zanarella

Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: Credo (2006), Risvegli (2008), Vita, infinito, paradisi (2009), Sensualità (2011), Meditazioni al femminile (2012), L’estetica dell’oltre (2013), Le identità del cielo (2013), Tragicamente rosso (2015), Le parole accanto (2017), L’esigenza del silenzio (2018). In Romania è uscita in edizione bilingue la raccolta Imensele coincidenţe (2015). Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tradotta da Leanne Hoppe “Meditations in the Feminine”, edita da Bordighera Press (2018). Autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e giapponese. Ha ottenuto il Creativity Prize al Premio Internazionale Naji Naaman’s 2016. E’ ambasciatrice per la cultura e rappresenta l’Italia in Libano per la Fondazione Naji Naaman. E’ speaker di Radio Doppio Zero. Socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio. Collabora con EMUI_ EuroMed University, piattaforma interuniversitaria europea, e si occupa di relazioni internazionali. E’ Presidente della Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo (RIDE-APS), Capofila italiano della Fondazione Anna Lindh (ALF).

Luca GILIOLI – Un inedito

se me lo concederai

 

apro una parentesi tonda

per tentare di specificarmi

a te, sottovoce, nella carta.

ma tu non mi leggi e restano

solo frasi di circostanza

espresse in tempi equivoci.

 

e la parentesi mai chiusa

vede la verità scomparire,

parola dopo parola, e cade

in ginocchio senza più lettere

a sostenerla. diventa un dosso

d’intenti, forse una paralisi,

forse un reprimermi, ma mai

un valico che potrò superare

senza perderti per sempre.

[…]

ho solo queste per giurare

di avere scritto meraviglie su

di te e di volertele comunque

dedicare se me lo concederai.

© Inedito

                    © Luca Gilioli

Luca Gilioli nasce il 12 dicembre 1984 a Modena. Consegue la laurea in Scienze della Cultura presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Modena e Reggio Emilia; in merito alla tesi di laurea ottiene 6 riconoscimenti in concorsi letterari nazionali, tra cui il ‘Premio 150 anni Unità d’Italia’ alla XXXIII edizione del concorso Città della Spezia e il ‘Premio speciale Frontiera’ alla IX edizione del concorso Lago Gerundo. Dall’età di sedici anni scrive poesie, con le quali riceve numerosissimi riconoscimenti in concorsi letterari nazionali. I suoi testi sono presenti oggi su quotidiani, antologie e riviste di settore: tra queste ultime «Inchiostro», «Osservatorio Letterario – Ferrara e l’Altrove», «Ellin Selae», «La Masnada», «Prospektiva», «Quaderni padovani di poesia e tecnica», «Gagarin – Orbite culturali», «Vernice» e molte altre, mentre le sue raccolte poetiche s’intitolano Orionidi (Bernini Editore, Modena, 2011) e Dodici (Edizioni Il Fiorino, Modena, 2012). In seguito al terremoto che ha colpito il territorio della ‘Bassa modenese’ nel 2012, Luca Gilioli ha curato assieme alla scrittrice Roberta De Tomi l’antologia poetica solidale La luce oltre le crepe (Bernini Editore, Modena, 2012).